No alla violenza sulle donne

VIOLENZA DONNE: DOMANI GIORNATA MONDIALE CONTRO BARBARIELa violenza è l’arma del più povero ed ignorante essere umano. Per povertà intendo la povertà d’animo.

La società di oggi dimentica cosa sia la nobiltà d’animo e colui che colpisce con violenza (psicologica, fisica, sociale, ecc) con la volontà di farlo non è altro che un povero parassita di una società cupa e depressa.

La violenza di qualsiasi forma è da condannare sempre!!!

Ricordiamolo oggi per ricordarlo sempre!

 

NO alla violenza sulle donne!!!

 

La violenza contro le donne è la violenza perpetrata contro le donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani[1].

Termine usato molto spesso per definire la violenza contro le donne è violenza di genere. La violenza di genere riguarda donne e bambine, ma coinvolge anche minorenni come ad esempio nel caso della violenza assistita[2][3]. Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale[4] che da persone e associazioni di donne che operano nel settore.

Indice

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  • 1Approccio
  • 2Varie forme di violenza di genere
  • 3Conseguenze della violenza sulla salute delle donne
  • 4Analisi e politiche contro la violenza di genere
    • 4.1In Italia
    • 4.2Statistiche
  • 5Note
  • 6Bibliografia
  • 7Voci correlate
  • 8Altri progetti
  • 9Collegamenti esterni
    • 9.1Ricerche, dati e statistiche

Approccio[modifica | modifica wikitesto]

In primo luogo si osserva che

« Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza su donne e minori significa mettere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto […] manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne[5][6]. »

e quindi come

« […] uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini[7]. »

La “Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne” del 1993[8] all’art.1, descrive la violenza contro le donne come:

« Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata. »

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione[9][10]. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica[11], nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita[12]. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio[13].

Varie forme di violenza di genere[modifica | modifica wikitesto]

Radiografia di piedi “loto d’oro”

Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi ed in tutti i paesi del mondo[14][15][16]. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell’ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d’onore,uxoricidi[17] passionali o premeditati. I bambini, gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all’incesto.

Le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie ed abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali. In particolare verso le lesbiche vengono praticati i cosiddetti “stupri correttivi”[18][19]. In molti paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti[20][21], matrimoni riparatori e/o costrette alla schiavitù sessuale[22][23][24], mentre altre vengono indotte alla prostituzione forzata[25] e/o sono vittime di tratta. Altre forme di violenza sono le mutilazioni genitali femminili[26] o altri tipi di mutilazioni come in un recente passato le fasciature dei piedi, le cosiddette “dowry death” (morte a causa della dote)[27], l’uso dell’acido per sfigurare[28], lo stupro di guerra[29][30][31] ed etnico[32].

Va citato il femminicidio[33] che in alcuni paesi, come in India e in Cina, si concretizza nell’aborto selettivo[34][35][36] (le donne vengono indotte a partorire solo figli maschi, perché più riconosciuti e accettati socialmente) mentre in altri addirittura nell’uccisione sistematica di donne adulte[37]. Esistono infine violenze relative alla riproduzione (aborto forzato, sterilizzazione forzata, contraccezione negata[38][39], gravidanza forzata[39]).

Conseguenze della violenza sulla salute delle donne[modifica | modifica wikitesto]

Nell’ambito del World report on violence and health l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), esaminando esclusivamente la violenza da parte del partner, ha pubblicato il seguente elenco di possibili conseguenze sulla salute delle donne[40].

Fisiche Sessuali e riproduttive Psicologiche e comportamentali Conseguenze mortali
  • Lesioni addominali
  • Lividi e frustate
  • Sindromi da dolore cronico
  • Disabilità
  • Fibromialgie
  • Fratture
  • Disturbi gastrointestinali
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Lacerazioni e abrasioni
  • Danni oculari
  • Funzione fisica ridotta
  • Disturbi ginecologici
  • Sterilità
  • Malattia infiammatoria pelvica
  • Complicazioni della gravidanza/aborto spontaneo
  • Disfunzioni sessuali
  • Malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS
  • Aborto in condizioni di rischio
  • Gravidanze indesiderate
  • Abuso di alcool e droghe
  • Depressione e ansia
  • Disturbi dell’alimentazione e del sonno
  • Sensi di vergogna e di colpa
  • Fobie e attacchi di panico
  • Inattività fisica
  • Scarsa autostima
  • Disturbo da stress post-traumatico
  • Disturbi psicosomatici
  • Fumo
  • Comportamento suicida e autolesionista
  • Comportamenti sessuali a rischio
  • Mortalità legata all’AIDS
  • Mortalità materna
  • Omicidio
  • Suicidio

Analisi e politiche contro la violenza di genere[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni settanta del XX secolo il movimento delle donne e il femminismo in Occidente hanno iniziato a mobilitarsi contro la violenza di genere, sia per quanto riguarda lo stupro sia per quanto riguarda il maltrattamento e la violenza domestica. Il movimento ha messo in discussione la famiglia patriarcale e il ruolo dell’uomo nella sua funzione di “marito/padre-padrone”, non volendo più accettare alcuna forma di violenza esercitata sulla donna fuori o dentro la famiglia.

La violenza alle donne – in qualunque forma si presenti, e in particolare quando si tratta di violenza intrafamiliare – è uno dei fenomeni sociali più nascosti; è considerato come punta dell’iceberg dell’esercizio di potere e controllo dell’uomo sulla donna e si estrinseca in diverse forme come violenza fisica, psicologica e sessuale, fuori e dentro la famiglia[41].

Già negli anni settanta le donne hanno istituito i primi Centri antiviolenza e le Case delle donne per ospitare donne che hanno subito violenza e che potevano trovare ospitalità nelle case rifugio gestite dalle associazioni di donne.

In Italia[modifica | modifica wikitesto]

I primi Centri antiviolenza sono nati solo alla fine degli anni novanta ad opera di associazioni di donne provenienti dal movimento delle donne, tra cui la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e la Casa delle donne maltrattate di Milano. Ad oggi sono varie le organizzazioni che lavorano sui vari tipi di violenza di genere. I Centri antiviolenza in Italia si sono riuniti nella Rete nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne. Nel 2008 è nata una federazione nazionale che riunisce 65 Centri antiviolenza in tutta Italia dal nome “D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne”[42]. D.i.Re fa parte dell’organizzazione europea WAVE, network Europeo dei Centri antiviolenza[43] che raccoglie oltre 5.000 associazioni di donne.

Recentemente si è assistito ad un dibattito più intenso sui media italiani in seguito all’introduzione del termine femminicidio[44] e del provvedimento in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere[45][46]. Tale legge è oggetto di critiche[47] anche da parte di molte delle associazioni che si occupano di violenza di genere[48].

Dal 2006 anche in Italia si stanno sviluppando campagne di sensibilizzazione dirette agli uomini e, più recentemente, promosse da uomini[49].

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006, l’ISTAT ha eseguito un’indagine per via telefonica su tutto il territorio nazionale, raccogliendo i seguenti risultati:

  • Le donne tra i 16 e i 70 anni che dichiarano di essere state vittime di violenza, fisica o sessuale, almeno una volta nella vita sono 6 milioni e 743 000, cioè il 31,9% della popolazione femminile; considerando il solo stupro, la percentuale è del 4,8% (oltre un milione di donne).
  • Il 14,3% delle donne afferma di essere stata oggetto di violenze da parte del partner: per la precisione, il 12% di violenza fisica e il 6,1% di violenza sessuale. Del rimanente 24,7% (violenze provenienti da conoscenti o estranei), si contano 9,8% di violenze fisiche e 20,4% di violenza sessuale. Per quanto riguarda gli stupri, il 2,4% delle donne afferma di essere stata violentata dal partner e il 2,9% da altre persone[50].
  • Il 93% delle donne che afferma di aver subito violenze dal coniuge ha dichiarato di non aver denunciato i fatti all’Autorità[51]; la percentuale sale al 96% se l’autore della violenza non è il partner.

Nell’ambito di una precedente indagine ISTAT condotta nel 2004, il 91,6% delle donne che affermava di aver subito violenze dal coniuge aveva dichiarato di non aver denunciato i fatti all’Autorità[52][53].

L’indagine ISTAT del 2004, a differenza di quella condotta nel 2006, distingueva tra violenze sessuali (non meglio definite) e molestie sessuali; entro queste ultime – oltre a molestie verbali, telefonate oscene, esibizionismo e pedinamenti – erano tuttavia classificati anche atti di natura prettamente fisica (donne avvicinate, toccate o baciate contro la loro volontà). Inoltre, nell’indagine ISTAT del 2006 non sono stati raccolti dati sulle molestie verbali, il pedinamento, gli atti di esibizionismo e le telefonate oscene.

Per quanto riguarda specificatamente il femminicidio, l’Eures ha recentemente pubblicato un rapporto in cui si registra in Italia un aumento delle uccisioni di donne del 14% nell’ultimo anno, dalle 157 nel 2012 alle 179 del 2013[54].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Conferenza Mondiale sui diritti umani: Dichiarazione di Vienna e Programma d’azione, in particolare al punto 18.
  2. ^ Ovvero l’esperienza di minori esposti ed esposte alla violenza domestica. Per approfondire: Dati violenza di genere e violenza assistita sul sito di “MeltingLAB – Laboratorio di Innovazione sui Diritti e la Parità”, Assesorato per le Pari Opportunità Regione Piemonte ed in particolare il Rapporto nell’ambito del progetto europeo Daphne III “Children witnesses of gender violence in the domestic context. Analyses of the fulfilment of their specific needs trough the protection system”, coordinato in Italia da Save the Children (gennaio 2011)
  3. ^ “Violence against women and girls”, Innocenti Digest no. 6, UNICEF Innocenti Research Centre, in particolare pg 9
  4. ^ “Gender-Based Violence:A Price Too High”, United Nations Population Fund,”State of world population 2005″, cap7, specifiche nella tabella 28.
  5. ^ specifica sulla terminologia Violenza di genere
  6. ^ La violenza di genere su “Bollettino “Archivio Pace Diritti Umani” – n. 28 – 3/2004.
  7. ^ Declaration on the Elimination of Violence against Women, United Nations -General Assembly dic. 1993
  8. ^ Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, in particolare introduzione 6° capoverso e art.1
  9. ^ “World report on violence and health” pubblicato dalla World Health Organization (WHO), il 3 ottobre 2002 alle pg 141 e 246
  10. ^ Preventing violence: a guide to implementing the recommendations of the World report on violence and health”, IV Parte: “Promoting social and gender equality and equity to prevent violence” ad esempio il paragrafo “Gender policy” pg 51-52
  11. ^ “Gender Based violence”, Developing Gender Statistics Training Video; fonte: United Nations Economic Commission for Europe (UNECE)
  12. ^ WHO, 1997, Violence Against Women: A priority health issue, Geneva: World Health Organization
  13. ^ “Beyond victims and villains”, Panos Institute. In particolare pg 3 cap. 1: The global context: the gender violence and human-rights movements.
  14. ^ “Can you name 16 forms of gender-based violence?” dal sito United Nations Population Fund (UNFPA)
  15. ^ Pagina del sito dell’AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) con molti riferimenti e links
  16. ^ “Gender-based violence” dal sito del World Health Organization (WHO)
  17. ^ “Omicidi in famiglia”, articolo di Isabella Merzagora Betsos su “Le due città” rivista dell’amministrazione penitenziaria.
  18. ^ Da “LESBOFOBIA. I MANDANTI, GLI ESECUTORI”.
  19. ^ Sudafrica, emergenza stupri
  20. ^ “La prigione delle ragazze afghane: schiave, spose forzate, suicide”, dal Corrieredellasera.it, 7 febbraio 2009.
  21. ^ “Traffiking & forced marriage”, World Organization for Human Rights USA
  22. ^ Come per le cosiddette “donne di conforto” in Giappone; vedere Toshi Kayano e Vincenza Perilli, “Confortanti silenzi” (in Altreragioni, n. 10, 2000, pp. 125-127) eRisoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2007 sulle “donne di conforto”)
  23. ^ The Rome’s statute’s sexual crimes: an appraisal under the light of international humanitaria law di Tahatiana Flores Acuña (Victims Participation and Reparations Section of the International Criminal Court) in particolare vedere “sexual slavery” pg 197.
  24. ^ DEFINITION OF SEXUAL VIOLENCE, RAPE AND SEXUAL SLAVERY dal sito di “Human Rights Watch”.
  25. ^ “I bordelli nei lager nazisti: prostitute per i detenuti”
  26. ^ da Amnesty International: “Mutilazioni Genitali Femminili”
  27. ^ “In India, la dote letale”, Maggio 2001, Le Monde Diplomatique -il manifesto.
  28. ^ INTERROGAZIONE SCRITTA E-0419/04 di Anna Karamanou, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 8.aprile.2004; per sfigurare viene usata anche la benzina, come nel caso della ragazza cisgiordana Suad.
  29. ^ Amnesty International, Danni collaterali, EGA Editore, Torino, marzo 2006, pp. 32
  30. ^ Intervista a Maria Caterina Ciampi, esperta di discriminazione di genere presso l’UNICEF di Dakar (Senegal)
  31. ^ “Congo, l’inferno nel nostro corpo. La donna è un campo di battaglia. Lo stupro una strategia di guerra”, reportage di «io donna» dallo Stato africano dove si combatte da dieci anni,fonte: CorrieredellaSera.it, 6 febbraio 2009.
  32. ^ *Tratto da Non sopportiamo la tortura. A cura di Amnesty International, ed. Rizzoli 2000
  33. ^ Giuristi democratici: “Violenza sulle donne: parliamo di femminicidio”
  34. ^ Vedere anche: IVG in India, IVG in Cina e Amnesty International: “nascere bambine”
  35. ^ “La strage delle innocenti. -India: il governo cerca di combattere l’aborto selettivo, che uccide duemila bambine al giorno ” di Elisa Parigi perPeacereporter
  36. ^ “Caring for Equality: Ending Prenatal Sex Selection in Armenia”URL consultato il 25 marzo, 2015
  37. ^ Ad esempio: Amnesty International, “Ciudad Juárez: 14 anni di omicidi di donne insoluti”
  38. ^ “Women’s Mental Health: A Public Health Concern” di R. Thara and V. Patel, pg 31.
  39. ^ a b “gender equality”, UNFPA
  40. ^ Tabella 4.6 “Conseguenze della violenza da parte del partner sulla salute” nel “World report on violence and health” pubblicato dall’OMS il 3 ottobre 2002, Cap.4. La violenza da parte del partner, alla pg 138.
  41. ^ Prof. Enrique Gracia, “The “iceberg” of domestic violence”, Unreported cases of domestic violence against women: towards an epidemiology of social silence, tolerance, and inhibition; in “The Journal of Epidemiology and Community Health”.
  42. ^ D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne.
  43. ^ WAVE: Women Against Violence Europe
  44. ^ “Femminicidio, di genere si muore”, Rai TV url consultato il 19 novembre 2014</small
  45. ^ “DECRETO-LEGGE 14 agosto 2013, n. 93”
  46. ^ “La nuova legge sul femminicidio”, Rai TV url consultato il 19 novembre 2014
  47. ^ “Decreto anti femminicidio, una rassegna dei commenti”, inGenere.it, rivista on-line url consultato il 19 novembre 2014
  48. ^ “Ancora una volta…”, comunicato associazione nazionale “D.i.Re, donne in rete contro la violenza”, che rappresenta i Centri antiviolenza su tutto il territorio italiano
  49. ^ “Da uomo a uomo”, campagna della rete NoiNo
  50. ^ Indagine ISTAT, pagina 13
  51. ^ Indagine ISTAT, pagina 72
  52. ^ Molestie e violenze sessuali (PDF), su Statistiche in breve – Famiglia e società,ISTAT, 17 dicembre 2004, p. 4. URL consultato il 9 maggio 2010.
  53. ^ Una donna su tre vittima di violenza, oggi si celebra la giornata mondiale, in la Repubblica, 24 novembre 2009. URL consultato il 10 maggio 2009.
  54. ^ Dati Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Patrizia Romito, Un silenzio assordante. La violenza occultata su donne e minori’, Milano, Franco Angeli, 1ª edizione 2005, ISBN 88-464-6813-9
  • Patrizia Romito, La violenza di genere su donne e minori, un’introduzione, Milano, Franco Angeli, 2000, ISBN 8846421426
  • Judith Lewis Herman, Guarire dal trauma. Affrontare le conseguenze della violenza, dall’abuso domestico al terrorismo, Edizioni Magi, 2005, ISBN 88-7487-148-1
  • (FR) Colette Guillaumin, Folie et norme sociale. A propos de l’attentat du 6 décembre 1989, alle pp. 143–149 nel volume della stessa autrice Sexe, Race et Pratique du pouvoir. L’idée de Nature, Paris, Côté-femmes, 1992, ASIN 2907883399.
  • (EN) Geraldine Terry, Joanna Hoare, Gender-Based Violence, Oxfam, 09/2007, p. 195, ISBN 0-85598-602-6, ISBN 978-0-85598-602-5
  • (EN) Susan Brewster, “Helping Her Get Free: A Guide for Families And Friends of Abused Women” (Broché), Seal Press (28 aprile 2006), ISBN 1-58005-167-7,ISBN 978-1-58005-167-5
  • Femicidio, corredo culturale: dati e riflessioni intorno ai delitti sulla violenza di genere / a cura di Cristina Karadole e Anna Pramstrahler. – Bologna: Casa delle donne per non subire violenza, 2012. – – 149 p. : ill. ; 21 cm. ISBN 978-88-907894-0-3.

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